La nostra esperienza con la fascia inizia qualche mese prima della nascita di Nadia.
Abitando in provincia, non avevamo visto ancora girare molte mamme con la fascia.. se non durante i nostri viaggi in Africa e America del Sud.
Fatto è che un’amica me ne parla: ha seguito un corso e da quando porta il suo bambino in fascia tutti i giorni, ha notevolmente risolto il problema delle coliche. Si sa, il contatto con la mamma o il papà è davvero importante!
Già pensando che quello delle coliche avrebbe potuto essere un problema anche per la nostra piccola, decidiamo per l’acquisto della fascia lunga rigida prima che arrivi.
Pensavo spesso a come l’avrei portata ma a dire il vero pensavo che in fascia o in braccio non avrebbe fatto una grande differenza.
Mi informo per un corso, mi dicono ovviamente che serve il bambino! Ma come? Io la voglio usare subito!
Così guardo diversi filmati su youtube, chiedo alle mamme che conosco e che già “Portano” con disinvoltura i loro neonati e imparo il primo incrocio.
Mi alleno e faccio le prove generali per quando ci sarà la mia bambina.
La nostra piccola è “entrata in fascia” la prima volta a cinque giorni e per mesi l’abbiamo portata diverse ore al giorno.
Era il metodo migliore per tranquillizzarla e anche per godercela serenamente senza stress, rallentando i ritmi nostri e suoi.
Provare per credere……..
In braccio non è la stessa cosa. La mettevamo in fascia disperata ed entro pochi minuti si calmava, iniziava a respirare serenamente e nella maggior parte dei casi si addormentava.
Il contatto con il mio seno o con il petto di suo padre era magico davvero!
In realtà, di magico c’è ben poco. La fascia risponde semplicemente ai bisogni (reali) dei cuccioli: contatto, calore, rassicurazione.
Grazie alla fascia lunga rigida Nadia è stata una neonata molto serena e calma.
Si sentiva protetta e al sicuro e questo non ha fatto altro che rafforzare la mia convinzione sull’efficacia di questa invenzione in realtà vecchia di migliaia di anni.
La bimba poteva sentire il battito del mio cuore e si dondolava finché camminavo.
E’ stata un’esperienza meravigliosa anche per noi genitori.
Ora Nadia ha quasi 10 mesi e da qualche tempo abbiamo introdotto anche il Mei Tai porta bebè. La fascia per noi però è ancora la principale alleata nelle giornate NO!
E’ bellissimo averla ancora stretta a me, come in pancia e sentirla respirare: è indescrivibile il calore che ci si scambia.
Poi, dal lato pratico, portarla in fascia permette di avere le mani libere e fare un sacco di altre cose in casa.
Quando uscivo lo scorso inverno la mettevo sotto il cappotto e potevo tranquillamente fare la spesa senza un ingombrante passeggino al seguito!
A tre mesi (solo muniti di fascia) l’abbiamo portata a Londra!
Il portare in fascia ha contagiato anche zii, nonni ed amici che hanno fatto a gara per tenerla “addosso”:
Ovviamente non sono mancate le domande e i commenti non richiesti: “ma sta bene con la schiena!” “Non si soffoca?” “Non cade?” “Per me non respira….” “La vizi, non si staccherà mai da te!”.
Non ci facevamo e non ci facciamo caso!
L’abbiamo sempre portata in fascia anche quando non piangeva, per averla vicina consapevoli del fatto che i primi mesi sarebbero volati con Nadia già grande in un baleno!
E così è stato.
Oggi ha dieci mesi e vuole camminare, in barba a quelli che dicevano che l’avremmo viziata.
L’indipendenza cerca sicurezza….. la fascia è un mezzo sicuro!
Mamma Giulia